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Il "pietrone” o “petrone” è una pietra di forma ovoidale, inserita nel selciato davanti al cosiddetto Palazzo del Capitano del Popolo ma che in realtà era l’antica residenza della Famiglia Gabrielli: non esistono notizie certe sulle origini di tale pietra, tante le ipotesi che nel corso del tempo sono state formulate, ma per ora nessuna fonte ha trovato una corrispondenza nella documentazione d'archivio.

I primi cenni sulla esistenza di questa particolare pietra li

abbiamo nella metà del XVII secolo in quanto era diventato il vocabolo con il quale indicare una parte della parrocchia di San Secondo o del quartiere di San Martino: l'attuale "pietrone" risale ai mesi precedenti la Pasqua del 1949.

Per la realizzazione dello stesso si è avvalsa di nuove pietre conciate dallo scalpellino Lamberto Damiani detto "Tozzetto" e sapientemente poste in essere da Enzo Cacciamani e Giuseppe Brunelli (fonte Fabrizio Cece).

Il precedente, in forma più tondeggiante, era tutto sconnesso e rotto in varie parti, dava piuttosto l’impressione di una vecchia macina da mulino posizionata lì proprio per far da supporto al cataletto del Cristo Morto per non depositarlo sulla fanghiglia della strada, che per la stagione in cui si celebra il Venerdì Santo, era quanto mai frequente: nei registri d’amministrazione della Confraternita di

Santa Croce della Foce sono annotate quasi tutti gli anni le spese per la pulitura dal loto (fango) quella parte di strada che va dalla chiesa di Santa Croce al “petrone”.

Sopra il "pietrone" durante la Processione del Venerdì Santo il cataletto con il Cristo Morto viene fermato ed "offerto" per circa 15 minuti alla venerazione dei fedeli.