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La Chiesa di Santa Croce della Foce durante la settimana santa è il riferimento principale per la città di Gubbio.

 

Nella serata del mercoledì santo i "confratelli" si radunano per iniziare i preparativi di tutti gli apparati processionali: il Crocifisso viene deposto sul cataletto e la Vergine Addolorata nella settecentesca raggiera; i due simulacri sono pronti per essere portati in processione.

 

A partire dalla serata del Giovedì santo i fedeli eugubini si recano presso la chiesa

per adempiere al tradizionale rito del “Bacio del Cristo Morto” accompagnato dall’offerta di violette.

 

Dinanzi al Cristo Morto sfilano migliaia di persone: gente di tutte le età e di qualsiasi ceto sociale; in chiesa si assiste a momenti di profonda preghiera e di silenziosa devozione.


Persone ammalate e figli in tenerissima età sono accompagnate dai loro familiari, giovani e anziani, eugubini e turisti si accodano in chiesa per venerare il Crocifisso.

E’ un afflusso continuo di gente, spesso proveniente dalle campagne più sperdute: un tempo per molti di loro era una delle poche occasioni per venire in città; alcuni di loro partecipavano successivamente alla processione portando un cero.

 

L’uso della violetta è legato alla sua reperibilità per la stagione in corso, ma soprattutto al colore viola simbolo di lutto, era consuetudine anche toccare il Cristo con le fasce dei bambini neonati o con oggetti personali soprattutto dei malati.

 

Tutta la zona intorno alla chiesa ai anima per le molte presenze: resta ancora

inalterata la tradizione della ciambella del venerdì santo venduta nelle botteghe del quartiere di San Martino per la felicità soprattutto dei bambini più piccoli che, sfruttando la sua forma circolare, la infilano al braccio prima di mangiarla.

 

Il Sabato Santo, alle ore 21, si svolge il rito della Reposizione del Cristo": il Rettore della chiesa, aiutato dai confratelli, dopo aver recitato la “Preghiera delle Cinque Piaghe” ripone il Cristo sulla croce dell’edicola dell’altare maggiore, inserendo i tre chiodi nelle ferite delle mani e dei piedi uniti.