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La Processione del Cristo Morto è quanto rimane delle rappresentazioni sceniche dei drammi che nel sec. XIII venivano organizzati nelle piazze, per rendere più vive le liturgie che si celebravano nelle chiese, soprattutto durante la Settimana Santa. Si rappresentarono così vari drammi sacri come la Natività (Presepio di Greccio), l'arrivo dei Re Magi, la Passione, la Resurrezione: il più rappresentato era certamente il dramma della Passione, sia per la complessità dell'apparato scenico che per la forte carica spirituale.

Tali rappresentazioni potevano terminare anche con il fuoco delle vanità (venivano bruciati amuleti, maschere ecc.): probabilmente nel 1567, a seguito delle Costituzioni sinodali emanate dal vescovo di Gubbio Mariano Savelli, al ritorno dal Concilio di Trento, cessarono le sacre rappresentazioni dando vita alle processioni come atto di fede corale, salmodiando e pregando per le strade: in effetti il primo documento storico relativo alla processione risale proprio al XVI secolo.

L’ "abito confraternale" è di colore bianco e comunemente chiamato “sacco” o “saccone”; nel tempo divenne uno dei principali simboli identificativi di associazioni di questo tipo.
Il “saccone” è provvisto di “buffa” ovvero il cappuccio che copre interamente il viso con soli due fori per gli occhi, segno di umiltà e di nascondimento: quando questo è calato sul volto non permette di essere riconosciuti, indicando l’anonimato delle opere buone e l’annullamento delle differenze di classe sociale...tutti siamo uguali di fronte

a Gesù: comunemente coloro che indossano il "saccone" vengono chiamati "incappucciati".

Sopra il “saccone” viene indossata la “mantellina” o “mozzetta” che è di colore nero per gli aggregati alla “Compagnia del Crocifisso” e di colore azzurro per gli aggregati alla “Compagnia della Madonna del Carmelo”: sulla “mozzetta” nella parte del cuore è posto lo stemma della Confraternita di Santa Croce, una croce patente rossa su sfondo azzurro.

Tutti i “sacconi” sono legati da un cordone, che richiama le funi con cui è stato legato il Cristo: in passato il cordone terminava con i flagelli usati per colpirsi come atto di penitenza.

Il riferimento al saccone è presente nei tre stendardi processionali presenti in Chiesa e nella tela della “La Vergine

del Carmelo e Santi venerata dai Confratelli” dove appare in primo piano in ginocchio alla Vergine un confratello con saccone provvisto di mozzetta di colore azzurro.

Le “consorelle” del “Coro delle Pie Donne” invece avvolgono un elegante "velo nero ricamato" a richiamo della giornata di lutto.